Ilaria Centorrino, una potente giovane organista siciliana.
di Antonio Omero
Benvenuta nel nostro portale ad Ilaria Centorrino, diciannovenne messinese, una buona notizia siciliana nell'ambito della musica sinfonica organistica che incontro il 12 dicembre durante il suo concerto semplicemente maestoso alla Cattedrale di Catania. Ilaria mi descrive il suo percorso di studi, in breve, per arrivare a siffatta bravura coinvolgente ed emozionante?
Ho iniziato lo studio dell’organo nel 2013 presso Conservatorio di Musica “A. Corelli” di Messina col prof. Emanuele Cardi, poiché, essendo iscritta al corso principale di Pianoforte, era obbligatoria la scelta di uno strumento complementare. Essendomi immediatamente innamorata di questo strumento meraviglioso quale l’organo, ho deciso
di trasferirmi presso il Conservatorio di Musica “S. Giacomantonio” di Cosenza dove adesso frequento il primo anno del triennio. La strada è ancora molto lunga, ma
perseveriamo e non ci arrendiamo mai!
Quale dei suoi prestigiosi premi ricevuti è il più significativo?
Ogni premio ha la sua singolare importanza ma credo che il più “sudato”, e di conseguenza per me più significativo, sia il Secondo premio (Primo non assegnato) assieme al premio Speciale “Franz Zanin” vinti durante V edizione del Concorso Organistico Internazionale “Organi Storici del Basso Friuli”. Proprio grazie a questo concorso ho imparato quanto sia importante per un organista professionista imparare ad apprezzare la semplicità, l’eleganza e la musicalità tipiche della musica antica.
Quale compositore ama eseguire di più? E perchè?
Dipende un po’ dall’umore del momento, ma in generale il compositore che amo di più in assoluto è Johann Sebastian Bach.
Perché?
Bella domanda… Certe emozioni nascono dal profondo del cuore e certe affinità si provano solo a pelle. Penso che sia
stato uno dei pochi geni capaci di descrivere grandi emozioni quali il dolore, la gioia, l’allegria, la tristezza, ma anche la religiosità e tutto il mondo circostante di quell’epoca, semplicemente attraverso la musica.
Quando suona l'organo, maestoso strumento, come quello della Cattedrale di Messina o di Catania, cosa prova nella sua mente? E come riesce a superare l'emozione di siffatta
responsabilità nel suonare uno strumento così difficile da far paura agli ascoltatori?
E’ una bella sensazione che varia secondo i brani che si eseguono; le paure, in quanto tali, si superano grazie al potere della musica stessa. Con i colori di organi così belli è
possibile far tremare la terra con un semplice accordo ma anche provare ad intravedere uno squarcio di paradiso.
Quali sono i suoi progetti futuri sia nello studio sia nella concertistica?
Studio e concerti, così come i concorsi, viaggeranno sempre di pari passo e sullo stesso binario. Sicuramente proverò l’esperienza di andare a studiare all’estero e aprirmi a
nuove prospettive lavorative più interessanti… senza mai dimenticare le mie radici!
L'organo, come pochi sanno, si suona anche con i piedi … ma ci spiega meglio cosa si innesca nell'armonia generale del suono l'utilizzo della tastiera sotto i piedi?
E perchè esistono tante tastiere nell'organo? Facciamo conoscere meglio questo strumento
incantevole e trascinante.
L’organo può essere paragonato alla tavolozza di un pittore: abbiamo il giallo, il rosso, il verde, il blu, il nero… insomma, numerosi colori e tante sfumature. Ogni colore, in questo
caso, rappresenta il singolo registro che si differenzia da un altro grazie al proprio timbro. Ciascuna tastiera ha a disposizione numerose sfumature e la pedaliera non è altro che un’ulteriore gamma di colori aggiuntivi, che successivamente, attraverso scelte dettate dal gusto personale e dagli studi, daranno vita a sensazioni ed emozioni diverse che solo la musica può regalarci. Tanto più è grande l’organo, più sarà arricchito il nostro quadro musicale. Spesso, poi, ogni tastiera corrisponde ad un vero e proprio organo indipendente, magari collocato a grande distanza dagli altri corpi, permettendo così di creare effetti particolari. Nel caso degli organi antichi invece, dove i registri (e quindi i “colori”) sono pochissimi, le tastiere sono raramente più di una e spesso non c’è neanche una pedaliera, bisogna fare affidamento su molteplici aspetti quali la filologia e la prassi esecutiva, ma anche, e soprattutto, il gusto e la cura del particolare. Indubbiamente è musica di non facile comprensione, ma non sempre ciò che è veramente bello è anche “immediato”…
Quando ha capito che l'organo sarebbe stato il suo strumento preferito e poi ad un'età così giovane? Una scelta consigliata o da lei espressamente voluta?
All’inizio dei miei studi musicali ero più propensa verso il pianoforte, non conoscevo l’organo e non lo avevo mai sentito suonare tranne in occasione di qualche funzione
religiosa. In Conservatorio a Messina ho avuto l’opportunità di studiare Organo come materia complementare agli studi pianistici e, con l’aiuto del mio fantastico insegnante Emanuele Cardi che mi supporta in tutto e per tutto, ho imparato a riconoscere il fascino particolare di tale musica. Ho capito che sarebbe stato il “MIO” strumento preferito quando, mentre suonavo, le ore scorrevano senza che me ne accorgessi e lo studio non era
visto come obbligo bensì come divertimento e fonte di nuove emozioni.
Cosa consiglia ai giovani che si avvicinano allo studio dell'organo?
L’unico consiglio che posso dare, essendo una giovane anche io, è quello di perseverare e non mollare mai perché solamente unendo lo studio alla passione si potranno fare grandi cose. Non a caso Girolamo Frescobaldi, un famosissimo compositore, organista e clavicembalista italiano del XVII secolo, diceva “Non senza fatiga si giunge al fine”.
Forza e coraggio, il futuro è adesso.
Ilaria Centorrino, oltre che brava esecutrice, è anche una donna che trasferisce grandiosità dell'animo con il sorriso smagliante e la sua immagine gioiosa. Ma la sua personalità potente si rinforza quotidianamente grazie allo studio dell'organo o è tutta dote naturale?
Sto avendo la fortuna di crescere con accanto una figura importantissima che non mi lascia mai sola da ben 11 anni: la Musica. Sono quel che sono semplicemente grazie a lei e grazie alle emozioni che mi regala continuamente. Fin da piccola sono sempre stata sorridente e solare, ma adesso ho un motivo in più per essere felice: l’organo.
Una curiosità … prima di iniziare un concerto, ha un rito propiziatorio da eseguire?
Da buona meridionale amo mangiare… non riesco proprio a suonare a pancia vuota!
La invitiamo a rivolgere un messaggio suo personale ai visitatori del nostro Portale delle buone Notizie dalla Sicilia. Che ne pensa della nostra iniziativa editoriale che ha compiuto un anno di vita?
E’ certamente un’iniziativa originale e simpatica capace di fare apprezzare e conoscere le bellezze della nostra amata Sicilia, spesso considerata solo per i propri difetti. La nostra è terra di tesori naturali e persone fantastiche ed il vostro Portale è e sarà una luce che illuminerà e riscalderà i lettori di gioia e conoscenza con il sole tipico della nostra stupenda isola.